Numerosi sono i disturbi associati alla cosiddetta ‘sindrome da colpo di frusta’, il termine usato per descrivere una lesione sostenuta per movimenti improvvisi di accelerazione-decelerazione, associati spesso, ma non solo, a traumi stradali o sportivi.
Il soggetto si presenta spesso con cervicalgia e cefalea sub–occipitale costanti o indotti dal movimento, sintomi che possono evidenziarsi anche fino a 48 ore dopo il trauma. La condizione può presentarsi come acuta (recente) o cronica (se i sintomi si protraggono per oltre 3 mesi). Le disfunzioni possono essere numerose e si dividono generalmente in motorie, sensomotorie e sensitive.
Fra le disfunzioni motorie incontriamo: restrizione dei movimenti cervicali; alterazioni del reclutamento muscolare a livello cervicale e del cingolo scapolare (soprattutto nei casi cronici); percezione di instabilità meccanica cervicale (deficit propriocettivo, alterazione del controllo motorio).
Fra le disfunzioni senso-motorie troviamo: capogiri; disturbi dell’equilibrio; disturbi del controllo del movimento oculare.
Fra le disfunzioni sensitive, oltre alla ipersensibilizzazione centrale (ipersensibilità ad un serie di stimoli altrimenti innocui): disturbi autonomici (visione/udito alterati, gonfiori e rossori facciali, rinorrea…) stress psicologico; sindrome da stress post-traumatico; problemi di concentrazione o memoria; disturbi del sonno; ansia; depressione iniziale o persistente. Inoltre, possono presentarsi anche acufeni, malesseri diffusi, vertigini, dolore toracico, temporo-mandibolare o orofacciale e brachialgia.
È indispensabile, prima della valutazione fisioterapica, che il soggetto traumatizzato venga sempre esaminato da un Traumatologo, che valuterà la necessità di eventuali approfondimenti diagnostici (radiografie, RMN, esami neurografici), al fine di escludere lesioni specifiche delle strutture ossee, legamentose, muscolari, arteriose, midollari e dei tronchi nervosi.
Dopo un’attenta valutazione ed esame fisico del soggetto, il trattamento viene differenziato a seconda che si tratti di una situazione acuta o cronica, e a seconda del grado di lesione (da 1 a 4).
In una situazione acuta (oltre alla eventuale terapia medica) per i gradi 1 e 2 (senza lesioni specifiche dei connettivi o del tessuto nervoso), si procede con cauti movimenti attivo-assistiti che tendono a recuperare e/o mantenere la normale mobilità, resistenza, forza dei movimenti del collo, e impedire lo sviluppo di un dolore cronico. In alcuni casi anche dolci mobilizzazioni passive e digitopressione dei punti trigger possono aiutare ad alleviare il dolore. Importante la esecuzione progressiva e regolare di esercizi specifici a domicilio.