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Il dolore all’inguine può avere diverse cause e, per trattarlo correttamente, è importante comprendere le strutture anatomiche coinvolte.

Ogni tipo di dolore può derivare da danni o infiammazioni in tessuti specifici, come muscoli, tendini e articolazioni.

Ecco cosa dovresti sapere.

 

Perché una diagnosi precisa è fondamentale per il tuo dolore

Spesso si sente parlare di “Ernia Sportiva “o “Pubalgia”, ma sono condizioni che spesso non descrivono quale parte del corpo sta causando il dolore.

È importante capire la struttura coinvolta per curare adeguatamente il tuo dolore.

 

 

  1. I muscoli dell’inguine: quando sono loro la causa del dolore

I muscoli che si trovano intorno all’inguine, come gli adduttori, sono spesso la causa principale del dolore. Questo accade quando un muscolo subisce una lesione, provocando un dolore acuto o persistente.

 

 

2. Tendini e dolore all’inguine: come il sovraccarico può fare la differenza

I tendini, che collegano i muscoli alle ossa, sono un’altra causa comune di dolore all’inguine. Questi tendini possono infiammarsi a causa di sforzi eccessivi o traumi, creando dolore durante il movimento.

 

 

3. Dolore all’inguine: quando l’anca è la colpevole

L’articolazione dell’anca può essere una fonte di dolore, a causa di:

  • Degenerazione articolare: artrosi
  • Lesioni al labbro acetabolare
  • Marcata debolezza muscolare: instabilità d’anca

Questi problemi spesso causano un dolore che si irradia all’inguine, rendendo difficile muoversi senza disagio.

 

4. Dolore all’inguine e la schiena: la connessione sconosciuta

Il dolore all’inguine può derivare anche da disfunzioni lombari che coinvolgono i nervi ileoipogastrico, ileoinguinale e genitofemorale. Quando questi sono irritati o compressi nella parte bassa della schiena, il dolore può essere riferito all’inguine, rendendo difficile determinare se la causa provenga dalla schiena o dall’area inguinale.

 

 

Conclusioni: scopri la causa e riprendi il controllo del tuo dolore

Capire la causa del dolore all’inguine è essenziale per un trattamento efficace e per tornare velocemente alle tue attività. Evita diagnosi generiche e affidati a un professionista per ottenere il giusto trattamento, prevenire recidive e migliorare il tuo movimento

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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Quali sono gli esercizi funzionali top?

 

Quando si parla di esercizi funzionali, lo squat e gli affondi sono tra i più efficaci per migliorare la forza e la stabilità generale. Ecco perché sono diventati fondamentali nelle routine di allenamento:

  • Squat o squat profondo: Questo esercizio è essenziale per migliorare la forza, la mobilità e la salute generale. Nonostante la preoccupazione per i possibili sovraccarichi articolari, i benefici dello squat superano di gran lunga i rischi se eseguito correttamente. È uno degli esercizi base per chi cerca un corpo più forte e tonico.
  • Affondi: Perfetti per migliorare la forza, l’equilibrio e la stabilità delle gambe, gli affondi sono particolarmente utili per prevenire e curare disturbi al ginocchio, rendendoli una scelta ideale per chi desidera rinforzare questa articolazione e migliorarne la funzionalità.

 

 

I benefici dello squat

 

Lo squat è uno degli esercizi più completi, noto per i suoi incredibili benefici non solo in ambito atletico, ma anche nel percorso di riabilitazione del ginocchio. Ecco perché è così importante includerlo nella tua routine:

 

  • Rafforza i muscoli delle gambe: Lo squat è perfetto per migliorare le prestazioni fisiche, come la forza, la velocità e la capacità di saltare più in alto. Ogni ripetizione stimola i muscoli delle gambe in profondità, aumentando la potenza.
  • Previene gli infortuni: Rinforzando le strutture articolari delle ginocchia, lo squat aiuta a prevenire lesioni e ridurre il rischio di problematiche future, mantenendo le articolazioni più forti e resilienti.
  • Migliora la postura e la mobilità: Lo squat aiuta a migliorare la postura generale e la mobilità articolare, riducendo il rischio di infortuni causati dalla rigidità e migliorando la funzionalità del corpo nel quotidiano.

 

Lo squat è noto per i suoi effetti positivi su diversi aspetti della salute e della performance. È un esercizio importante nel percorso riabilitativo del tuo ginocchio sia che tu sia un atleta o no.

 

Squat profondo: rinforza le articolazioni e proteggi le tue ginocchia!

 

Lo squat profondo, non stressa la cartilagine del ginocchio, ma la stimola ad adattarsi ai carichi, aumentando lo spessore e rafforzando le articolazioni. Questo migliora la salute articolare, rendendo le ginocchia più resistenti agli stress futuri.

 

 

Tecnica Corretta dello Squat: 6 Consigli per un Esercizio Sicuro ed Efficace

 

  • Mantenete le gambe divaricate alla larghezza delle spalle per garantire stabilità.
  • Durante l’esecuzione, evitate di sollevare le punte dei piedi: il peso deve restare distribuito su tutta la pianta.
  • Le ginocchia non devono mai superare la punta dei piedi né cedere verso l’interno.
  • Durante lo squat mantenete la schiena dritta. Non devono esserci cedimenti in estensione o in flessione.
  • Una buona mobilità della caviglia consente di eseguire lo squat in modo corretto, mantenendo l’angolo giusto e evitando stress inutili sulle articolazioni.
  • Non è necessario usare pesi troppo elevati. È più importante concentrarsi sulla forma corretta, piuttosto che sovraccaricare il corpo con carichi inappropriati.

 

 

Deep Squat: Massimizza la Forza e la Potenza con una Maggiore Profondità”

 

Il deep squat intensifica il lavoro sui muscoli delle gambe, come quadricipiti, glutei e muscoli posteriori della coscia, attivando una maggiore varietà di fibre muscolari rispetto agli squat meno profondi. Questo porta a guadagni rapidi e duraturi in forza, potenza e prestazioni fisiche.

 

 

 

Benefici dell’affondo anteriore: Forza, Equilibrio e Stabilità per Gambe e Glutei

 

  • L’affondo anteriore è un esercizio potente che offre numerosi vantaggi per il corpo. In primo luogo, è ideale per “costruire la forza” nei muscoli che usiamo quotidianamente per camminare, correre o fare esercizio ad alta intensità.
  • Inoltre, può essere di grande aiuto per “alleggerire la pressione sulle ginocchia”, soprattutto per chi soffre di artrosi, migliorando la stabilità dell’articolazione.
  • Un altro beneficio importante è il rinforzo dei glutei, che stabilizzano meglio le anche, mentre il ginocchio si muove correttamente lungo gli assi fisiologici, “proteggendo l’articolazione femoro-rotulea”.
  • Non meno importante è il suo effetto sul “core”, poiché l’affondo aiuta a migliorare l’equilibrio, stimolando i muscoli stabilizzatori del tronco.
  • Infine, è particolarmente indicato per rinforzare i vasti e i muscoli glutei, rendendo l’esercizio un alleato perfetto per tonificare la parte inferiore del corpo.

 

 

Scopri la tecnica corretta per l’affondo anteriore e ottimizza i tuoi allenamenti

 

  • Inclinazione del busto in una posizione neutra
  • Piegati attraverso il ginocchio anteriore mantenendo la maggior parte del peso nel tallone anteriore.
  • Il tallone posteriore può sollevarsi dal pavimento, arrivando sulle dita dei piedi
  • Mantieni questa posizione mentre trovi il tuo equilibrio.
  • Non far cedere il ginocchio internamente e non farlo andare oltre la punta del piede
  • Il ginocchio posteriore non tocca terra

 

 

Affondi laterali: una variante efficace

 

  • Le gambe sono divaricate circa due volte e mezzo la larghezza delle spalle con entrambe
  • Le punte dei piedi dritte rivolte in avanti (o leggermente in fuori).
  • Flettere l’anca posteriormente
  • Il ginocchio non deve cedere internamente e andare oltre la punta dei piedi

 

Gli esercizi funzionali sono per tutti?

 

La risposta è “sì!” Gli esercizi funzionali, come gli affondi e gli squat, possono essere praticati da chiunque, indipendentemente dal livello di fitness. L’importante è adattare e personalizzare il movimento alle proprie esigenze e caratteristiche fisiche. Con una corretta “progressione del gesto”, i tuoi muscoli e articolazioni, in particolare il ginocchio, si rinforzeranno in tutta sicurezza.

 

 

Considerazioni 

 

Squat e affondi sono esercizi essenziali per rinforzare il ginocchio, migliorare la forza e prevenire infortuni. Con la giusta tecnica e progressione, tutti possono beneficiarne in sicurezza, sia per la riabilitazione che per il miglioramento delle performance fisiche.

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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Di cosa si tratta? 

La tendinopatia di Achille è una comune condizione muscolo-scheletrica, caratterizzata da dolore e disfunzione del tendine sotto carico. Colpisce sia atleti che sedentari, limitando attività come camminare e correre.

 

Sintomi principali

  • Dolore al tallone e talvolta gonfiore gonfiore nella parte posteriore
  • Ispessimento del tendine
  • Limitazione dei movimenti della caviglia
  • Dolore e rigidità mattutina nei primi passi
  • Ipersensibilità nella zona interessata

 

Se vuoi approfondire il tipo di tendinopatia e la gestione dei carichi leggi anche:

https://www.terapiamanualefunzionale.com/tendinopatia-riposo-no-grazie-le-regole-per-affrontarla-in-modo-efficace/

 

Quali sono i tempi di guarigione?

I tempi di guarigione possono talvolta essere lungi e dipendere da molti fattori:

  • 3 mesi: per ridurre la sintomatologia nelle attività quotidiane
  • da 3 a 6 mesi ritorno all’attività agonistica controllata
  • talvolta 1 anno per il recupero completo
  • Non tutti raggiungono la completa guarigione: solo il 65% non ha più sintomi dopo 5 anni.

 

Cosa aspettarsi durante il recupero

 Le tempistiche di recupero possono sembrare lunghe, ma è importante non lasciarsi scoraggiare. Non è necessario fermarsi completamente o rinunciare alle attività che ami. Esercizi mirati e carichi corretti ti aiuteranno a progredire verso il recupero.

 

Adesione al programma di riabilitazione e autogestione

Il fisioterapista ti deve educare e motivare adeguatamente durante il percorso di recupero. La tendinopatia d’Achille, infatti, è raramente una condizione che si risolve con qualche esercizio sporadico. È un percorso graduale, che richiede costanza.

 

Le riacutizzazioni: un ostacolo comune

Il recupero segue un percorso non lineare, quindi è importante monitorare i progressi nel lungo periodo. Questo ti consentirà di non prestare troppa attenzione sulle fluttuazioni e scoraggiarti.

 

Impatto della kinesiofobia sulla riabilitazione

I pazienti con livelli più elevati di kinesiofobia -paura del movimento- tendono a eseguire esercizi con minore intensità, riducendone l’efficacia. L’approccio basato su un modello di monitoraggio del dolore durante l’esercizio potrebbe migliorare la compliance e il successo del trattamento.

 

Recupero sintomatico vs. recupero funzionale

Molti pazienti raggiungono un recupero sintomatico completo, ma solo il 25% recupera pienamente la funzione muscolo-tendinea. Per cui è importante non interrompere il programma di recupero appena si avverte un miglioramento.

 

Conclusioni

La chiave è essere pazienti, seguire i consigli degli esperti e monitorare i progressi con una visione a lungo termine. La strada può essere lunga, ma il risultato finale è una completa guarigione funzionale.

 

Scritto da Fanfoni Sabrina


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Il dolore laterale all’anca può avere molte cause, ma tra le principali c’è la sindrome del gran trocantere.

 

Cosa è la sindrome del dolore del gran trocantere?

Si manifesta con dolore nell’area laterale dell’anca, causato da irritazione ai tendini e ipersensibilità del piccolo e medio gluteo, piuttosto che da un’infiammazione rara della borsa. Il paziente può presentare:

  • difficoltà nei movimenti
  • dolore a camminare
  • dolore a stare coricato sul fianco

 

L’instabilità dell’anca come causa del dolore 

Quando c’è una debolezza marcata dei muscoli o disturbi a carico della capsula e dei legamenti dell’anca, l’articolazione perde stabilità, causando infiammazioni e dolore. In questo caso, aumenta anche il rischio di sviluppare tendinopatie o altre patologie degenerative.

 

La fisioterapia come primo approccio

L’esercizio fisico è raccomandato come trattamento di prima linea per i pazienti con sindrome del dolore del trocantere maggiore, portando a un miglioramento significativo.

La combinazione di tecniche di terapia manuale ed esercizio terapeutico mira a:

  • Ridurre il dolore
  • Migliorare l’articolarità
  • Rieducare l’articolazione a muoversi sui suoi assi funzionali
  • Riprogrammare i movimenti dell’anca e del bacino
  • Rinforzare la muscolatura dell’anca, seguendo una progressione del carico adeguata al dolore
  • Ripristinare i corretti schemi motori negli esercizi funzionali in carico

 

Conclusioni

È quindi fondamentale una diagnosi accurata per identificare la causa precisa del dolore laterale d’anca. Se il dolore è causato da una condizione tendinea sottostante, la fisioterapia, mirata e progressiva, è il trattamento più efficace.

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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Il dolore anteriore di ginocchio nell’adolescente spesso viene etichettato come “dolore della crescita”.

In realtà circa il 30% dei giovani soffre di sindrome femoro-rotulea, che ha un forte impatto sulla loro vita sportiva e quotidiana.

 

Cause del dolore

Il dolore femoro-rotulea è il risultato di una combinazione di fattori. Tra i principali:

  • Attività fisica intensa: Gli adolescenti che praticano sport o fanno molto movimento possono stressare l’articolazione femoro-rotulea del ginocchio.
  • Attività quotidiane: Azioni comuni, come fare le scale e stare con il ginocchio a terra a lungo, possono peggiorare il dolore.
  • Instabilità femoro-rotulea: Un movimento eccessivo della rotula può contribuire al dolore e, se non trattato, può peggiorare nel tempo.

 

Fattori che contribuiscono all’instabilità femoro-rotulea

Non tutti presentano un’instabilità grave. Tuttavia, questi sono i fattori principali:

  • Anomalie anatomiche: Come una troclea poco profonda o una patella alta.
  • Problemi muscolari e meccanici: Quadricipiti deboli, scarso controllo del movimento o schemi di movimento alterati.

 

L’impatto psicologico del dolore al ginocchio

Ansia, insoddisfazione e la paura del movimento sono emozioni frequenti negli adolescenti, che limitano le attività quotidiane e sportive, peggiorando anche il comportamento motorio.

 

L’importanza dell’educazione

Educare il paziente sul dolore, spiegandone le cause e come affrontarlo, è essenziale per superare le difficoltà psicologiche e riprendere l’attività sportiva senza preoccupazioni.

 

Cosa può fare per te il fisioterapista

  • Instaurare un rapporto di fiducia
  • Dare la giusta educazione per la gestione quotidiana del disturbo
  • Stabilizzazione del ginocchio con esercizi specifici: per il rinforzo del vasto mediale e dei glutei.
  • Allenamento della stabilità dinamica: Per migliorare il controllo motorio e correggere schemi di movimento alterati.
  • La corretta gestione del carico: una soluzione efficace per un ritorno graduale allo sport ottenendo risultati positivi e duraturi.

 

Intervento chirurgico sì o no?

La fisioterapia dovrebbe essere sempre la prima opzione di trattamento. Si considera la chirurgia solo se il dolore persiste, se ci sono anomalie anatomiche gravi o se ci sono rischi di nuove lussazioni.

 

Conclusioni

Una fisioterapia tempestiva, combinata con la corretta gestione del carico e un programma di
esercizi personalizzato, rappresenta una soluzione efficace per i giovani pazienti.

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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Il dolore alla spalla può derivare da diverse condizioni, tra cui lesioni o infiammazioni della cuffia dei rotatori. Questi disturbi possono causare dolore acuto o cronico, ma le cause precise sono spesso difficili da identificare.

 

  1. Dolore nocicettivo: quando la spalla presenta un problema meccanico
  • Una possibile causa è il conflitto, ovvero la compressione dei tendini della cuffia dei rotatori sotto l’acromion, una parte dell’osso della spalla. Tuttavia, non esiste ancora una certezza sulla relazione tra compressione e dolore.
  • Il movimento scorretto della scapola “discinesia scapolare” può causare conflitto secondario, in particolare negli atleti, predisponendo a lesioni tendinee.

 

  1. Dolore chimico: l’infiammazione come causa del dolore

Le sostanze chimiche rilasciate nel corpo durante l’infiammazione sono spesso riscontrate nelle persone con dolore alla cuffia dei rotatori. Oltre alla compressione dei tendini, l’infiammazione contribuisce all’insorgenza del dolore.

 

  1. Dolore neuropatico: quando i nervi sono coinvolti
  • Traumi, come la lussazione o microtraumi ripetuti, in particolare nello sport, possono danneggiare il nervo sovrascapolare o l’ascellare.
  • Problemi alla colonna cervicale possono causare infiammazione delle radici nervose e polinerurpatia brachiale, con sintomi che possono essere confusi con il dolore alla cuffia dei rotatori.

 

  1. Dolore centrale: l’intensificazione del dolore nel cervello

Il fenomeno di “sensibilizzazione centrale” avviene a causa di un errata valutazione del cervello. Ciò fa sì che il dolore si amplifichi e sia percepito più intenso anche a fronte di lesioni poco evidenti.

 

 

Come trattare il dolore alla spalla

Identificare l’origine del dolore è fondamentale per un buon trattamento. La fisioterapia è efficace nelle disfunzioni meccaniche. Per gli altri tipi di dolore potrebbe essere necessario un approccio multidisciplinare.

 

 

Conclusione

E’ essenziale rivolgersi a uno specialista per una valutazione adeguata e per pianificare un piano di recupero. La fisioterapia svolge un ruolo centrale nella gestione del dolore alla spalla.

scritto da Fanfoni Sabrina


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Gli infortuni ai muscoli posteriori della coscia sono comuni nel calcio, costituendo il 12% di tutte le lesioni muscolari e provocando lunghi periodi di stop.

Il rinforzo del tronco può ridurre significativamente il rischio, migliorando stabilità e controllo neuromuscolare.

 

Cause Comuni degli Infortuni agli Hamstring – muscoli posteriore della coscia

  • Infortuni precedenti
  • Scarsa flessibilità
  • Debolezza nella stabilità del core- tronco
  • Squilibri muscolari

 

Esercizi efficaci per il rinforzo del core

Esercizi mirati migliorano l’attivazione muscolare e la stabilizzazione dinamica, riducendo fino al 50% le lesioni ai muscoli posteriori della coscia.

  • Plank classico

  • Ponti laterali – side bridges

  • Equilibrio su una sola gamba

  • Affondi

  • Esercizi con la palla svizzera come estensioni delle anche in posizione prona e roll-out

  • Nordic Hamstring exercise

 

Conclusioni

Il rinforzo del core riduce il rischio di infortuni, migliora anche il recupero e la performance degli atleti.

Eseguire questi esercizi almeno 2 volte a settimana è essenziale per aumentarne l’efficacia.

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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La fascite plantare, nota anche come dolore al tallone, può rendere ogni passo doloroso, specialmente al mattino.

Colpisce spesso chi ha uno stile di vita sedentario, ma anche gli sportivi.

 

Ecco 5 metodi per gestire la fascite plantare e migliorare la funzionalità del piede

1) Rinforzo Muscolare: La Chiave per un Piede Più Forte
Il rafforzamento dei muscoli che supportano il piede può ridurre il dolore nel tempo, aumentando la capacità della fascia plantare di sopportare il carico. Tuttavia, il carico va personalizzato e gestito in base all’andamento.

 

2) Stretching: Un Alleato per la Mobilità della Caviglia

La mobilità limitata della caviglia è una causa comune di fascite plantare. Lo stretching mirato, in particolare del gastrocnemio, può migliorare la flessibilità e ridurre il dolore e le tensioni.

 

3) Terapia Manuale: Liberarsi dalla Rigidità

Tecniche di mobilizzazione della caviglia e trattamento dei trigger points tramite digitopressione possono ridurre le limitazioni in dorsiflessione della caviglia e diminuire lo stress sulla fascia plantare.

 

4) Calzature Adeguate: Scegli il Tuo Supporto Perfetto

Le scarpe giuste sono cruciali. Scarpe con un buon supporto dell’arcata plantare e un’adeguata ammortizzazione possono fare la differenza. Evita calzature troppo rigide.

 

5) Gestione del Carico: La Filosofia del Poco e Spesso

Il movimento non va evitato, ma calibrato. La filosofia del ”poco e spesso” consiste nell’eseguire pochi esercizi, ma con frequenza. Allungamenti o spinte del piede ogni due ore prevengono il sovraccarico e favoriscono il recupero.

 

Conclusioni

La fascite plantare si può curare. Con il giusto approccio si cammina liberamente e senza dolore.
Con costanza, è possibile migliorare la qualità di vita e riprendere il controllo dei propri passi.

 

scritto da Fanfoni Sabrina

 

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TENDINOPATIA: RIPOSO? NO, GRAZIE! LE REGOLE PER AFFRONTARLA IN MODO EFFICACE


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L’artrosi dell’anca è una condizione sottovalutata, nonostante sia frequente.

Ecco 5 suggerimenti pratici per migliorare il benessere di chi ne è colpito.

 

  1. L’esercizio fisico fa bene

L’esercizio fisico è la chiave per migliorare la funzionalità e gestire il dolore, ma deve essere adattato alle esigenze specifiche del paziente per ottenere i migliori risultati.

 

  1. Come gestire le riacutizzazioni del dolore

La terapia manuale può essere utile per affrontare i picchi di dolore a breve termine, ridurre la rigidità e migliorare la disfunzione. Si mette il paziente nelle condizioni d’affrontare gli esercizi, che daranno benefici a lungo termine.

 

  1. Progettare l’allenamento giusto

L’allenamento di forza e gli esercizi aerobici moderati sono essenziali. Tuttavia, è importante adattarne l’intensità e il carico in base alle condizioni e alle aspettative del paziente.

 

  1. Aderire al programma di riabilitazione

Spesso il dolore e la paura di muoversi rende difficile l’adesione al programma di esercizi. È cruciale individuare e affrontare le barriere psicologiche e sociali. L’aiuto di un fisioterapista può fare la differenza, motivando il paziente e supportandolo nel percorso di riabilitazione.

 

  1. Integrare l’esercizio nella propria routine

La costanza è fondamentale. L’artrosi è una condizione progressiva, quindi è importante fare dell’esercizio una parte quotidiana della propria vita per rallentare la progressione del disturbo e avere risultati duraturi.

 

Conclusioni

La gestione dell’artrosi dell’anca richiede un approccio personalizzato che combini educazione, esercizio fisico e gestione del dolore per migliorare significativamente la qualità della vita.

 

scritto da Fanfoni Sabrina


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Gli infortuni legati alla corsa sono molto comuni, soprattutto tra i corridori, e possono riguardare principalmente i tendini, le ossa, le articolazioni e la fascia plantare.

È fondamentale considerare i seguenti aspetti per prevenire o trattare correttamente questi infortuni e per tornare a correre il più rapidamente possibile.

 

 

1. L’età non è solo un numero

L’età è un fattore fondamentale per gli infortuni. Oltre i 40 anni, i problemi tendono a riguardare i tessuti molli, come tendiniti e lesioni muscolari, a causa della perdita di massa muscolare e maggiore rigidità.

I corridori più giovani, invece, sono più soggetti a infortuni ossei e articolari, come le fratture da stress o il dolore al ginocchio (ad esempio la Sindrome femoro-rotulea).

 

 

2. Perché alcuni si infortunano e altri no?

Gli infortuni nella corsa si verificano quando il carico di allenamento è superiore alla capacità dei
tessuti di sopportarlo. Ci sono fattori che possono aumentare il rischio di infortunio:
 l’età,
 lo stato di salute,
 l’alimentazione
 infortuni precedenti nella stessa area
 fattori psicosociali

 

 

3. Analisi della corsa

L’analisi si basa su due aspetti principali che possono aumentano il rischio di infortunio:
– **Meccanismo prossimale**: Se le ginocchia sono troppo vicine tra loro mentre corri (adduzione e rotazione interna del femore), si carica troppo il ginocchio e l’anca.
– **Over-strider o passo eccessivo**: Quando il piede tocca terra troppo avanti rispetto al corpo, aumenta lo stress su ginocchia e tibia, portando a infortuni.

 

 

4. Il polpaccio è fondamentale

 

Il polpaccio gioca un ruolo cruciale nella corsa, generando forze che arrivano fino a 11 volte il peso corporeo. È importante includere esercizi di forza e pliometria, come salti e salti con la corda, per preparare il polpaccio a sopportare questi carichi durante la corsa.

 

 

5. Quando e perché continuare a correre durante l’infortunio

Se le condizioni lo permettono, è importante continuare a correre anche durante la riabilitazione.
Correre aiuta a mantenere la forza, la forma fisica e la giusta motivazione. Per esempio, in caso di tendinopatia del tendine d’Achille, se i sintomi sono controllabili, correre con i giusti carichi può aiutare a evitare un calo di capacità fisica e favorire una ripresa più rapida.

 

 

Conclusione

Per prevenire e trattare gli infortuni da corsa, è fondamentale conoscere il proprio corpo, la propria età, la storia degli infortuni passati e applicare un programma di allenamento progressivo che includa forza, mobilità e correzioni della tecnica di corsa.
Uno fisioterapista può aiutarti a personalizzare un programma di prevenzione che ti consentirà di correre in sicurezza ed aumentare la tua performance.

 

scritto da Fanfoni Sabrina

 

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