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Il ritorno alla corsa segna una tappa fondamentale nel recupero da infortunio, rappresentando un passo verso la normalità e un rinforzo psicologico.

È essenziale che avvenga in sicurezza rispettando criteri di ripresa per evitare re-infortuni.

Criteri di Ripresa

  •  Tempo: Il principale criterio per il ritorno alla corsa è il tempo. Occorre che passino almeno 12 settimane, per far sì che il neo-legamento aumenti la sua resistenza alle sollecitazioni meccaniche.
  • Aspetti clinici:
     l’assenza di dolore
     un range di movimento del ginocchio superiore al 95% rispetto all’altro lato
     l’assenza di versamento articolare
     estensione completa del ginocchio (0°)
     flessione adeguata
  • Forza muscolare e capacità di movimento: I muscoli della coscia che sono i responsabili della stabilizzazione, devono essere forti almeno il 70% rispetto il ginocchio sano.
  • Test funzionali soddisfacenti: movimenti funzionali come il salto e lo squat su una gamba possono aiutare a valutare la capacità di controllo del movimento e la stabilità del ginocchio. Anche test per l’equilibrio offrono una valutazione della coordinazione dinamica essenziale per affrontare la corsa.

Conclusione:

Il ritorno alla corsa dopo una ricostruzione del LCA richiede un approccio personalizzato, poiché non esistono regole universali.

Ogni paziente va valutato in base a criteri temporali, clinici, di forza e funzionali.

L’approccio ideale considera le caratteristiche individuali e la progressione della riabilitazione.

Con valutazioni accurate e monitoraggio costante, il ritorno alla corsa può essere sicuro, graduale e mirato a ridurre il rischio di infortuni, migliorando le performance nel lungo periodo.

 

 

scritto da Sabrina Fanfoni


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La scapola è spesso trascurata quando si parla di problemi di spalla, ma è fondamentale per la salute e la funzione dell’articolazione. Va oltre il semplice supporto: è la base per un movimento stabile ed efficace. Per una riabilitazione duratura, è importante comprendere il ruolo della scapola e il suo corretto funzionamento.

Perché la Scapola è Fondamentale?

Il movimento della spalla è complesso e coinvolge diverse articolazioni e muscoli. La scapola funge da piattaforma per l’omero e la sua stabilità è essenziale per un movimento armonioso.
Senza una scapola stabile, l’omero non può muoversi correttamente, causando stress su tendini e muscoli, aumentando il rischio di dolore e infortuni.

Sinergia e Coordinazione: L’ Essenza del Movimento della Spalla

Il movimento armonioso della spalla dipende da un sistema neuromuscolare ben coordinato. I muscoli scapolo-omerali e scapolo-toracici devono lavorare insieme per mantenere la scapola nella posizione giusta e permettere all’omero di muoversi correttamente. Senza questa sinergia, il movimento diventa disordinato e i tendini della cuffia dei rotatori possono diventare vulnerabili.

La Scapola: Alleata della Cuffia dei Rotatori

La cuffia dei rotatori è essenziale per la stabilizzazione della spalla, ma senza una scapola stabile, la sua funzione è compromessa. Una scapola mal posizionata costringe i muscoli della cuffia a lavorare in condizioni sfavorevoli, aumentando il rischio di infiammazioni e lesioni.

Riabilitazione della Spalla: Un Approccio Completo

Per affrontare i problemi di spalla è necessario un approccio globale che consideri l’articolazione gleno-omerale, la scapola e il torace. Non basta lavorare solo sul range di movimento e sulla stabilizzazione della cuffia: è fondamentale attivare e coordinare i muscoli scapolari, integrandoli in esercizi più complessi che imitano i movimenti quotidiani.

Le Fasi di una Riabilitazione Efficace

Nella fase iniziale è importante recuperare la mobilità articolare, ridurre il dolore e attivare i muscoli specifici. Questo prepara la spalla per esercizi più complessi che riproducono i movimenti funzionali, mantenendo il corretto schema motorio. Solo così si può garantire un recupero completo e prevenire nuovi problemi.

Conclusione:

La Scapola è la Chiave per una Spalla Sana La scapola è più di una struttura ossea: è il pilastro che guida il movimento della spalla. Per un recupero completo, è fondamentale riconoscerne l’importanza e integrarla in un piano riabilitativo che coinvolga l’intero sistema spalla-torace. Non sottovalutare il ruolo della scapola: è la chiave per una spalla sana e performante.

 

scritto da Sabrina Fanfoni


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Il mal di schiena è una delle problematiche più comuni, ma spesso alimentata da miti che generano ansia. Scopri come affrontarlo con un approccio scientifico, senza preoccupazioni e consigli pratici da esperti di fisioterapia per gestire il dolore e migliorare la qualità della vita.”

 

  1. Il Mal di Schiena è Comune e di solito non Pericoloso

L’84% delle persone sperimenta il mal di schiena almeno una volta. Sebbene doloroso, non è necessariamente un segnale di pericolo. Evitare il movimento può sembrare una soluzione, ma muoversi gradualmente è essenziale per il recupero.

 

  1. La Schiena è Resistente e Adattabile

È abitudine “proteggere” la colonna vertebrale da ogni sforzo. In realtà è progettata per muoversi e affrontare le attività quotidiane. Il mito che le articolazioni “escano fuori posto” è infondato. I trattamenti manipolativi non riallineano nulla, ma alleviano tensioni e riducono il dolore.

 

  1. Movimenti e Sollevamenti Non Sono Dannosi

La schiena è progettata per sollevare carichi e compiere movimenti complessi. Il dolore nasce da movimenti mal eseguiti, ma con la tecnica giusta, puoi proteggere la colonna vertebrale durante le attività quotidiane.

 

  1. La Fisioterapia è Fondamentale per il Recupero

Stress, postura scorretta e stanchezza sono spesso cause di dolore, anche senza danni fisici evidenti. Il dolore non è sempre indice di una grave lesione e il riposo prolungato non risolve il mal di schiena. La soluzione migliore è un piano terapeutico personalizzato che includa trattamenti manuali, esercizi e educazione per la gestione del dolore. La fisioterapia aiuta a recuperare la mobilità, ridurre il rischio di disabilità e migliorare la qualità della vita.

 

Affronta la lombalgia con consapevolezza. Non temere il dolore, ma affrontalo con un approccio basato sulla scienza. La fisioterapia offre soluzioni per il mal di schiena, recuperare funzionalità e tornare in forma.

 

scritto da Sabrina Fanfoni


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Il dolore lombare e pelvico è un problema comune nelle donne, ma raramente si considera la
connessione con la disfunzione del pavimento pelvico. Studi recenti dimostrano che questi disturbi
sono strettamente legati e trattarli insieme può portare a risultati duraturi ed efficaci.

COS’È IL PAVIMENTO PELVICO?

Il pavimento pelvico è un gruppo di muscoli che sostiene gli organi interni e svolge un ruolo
fondamentale nella continenza urinaria, nella funzione sessuale e nella stabilità della colonna
vertebrale. Quando il pavimento pelvico non funziona correttamente, può contribuire al dolore
lombare e pelvico.

SEGNALI DI DISFUNZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO

I principali segnali di disfunzione includono: dolore o sensibilità alla pressione nella zona pelvica,
debolezza muscolare che compromette il supporto della colonna lombare e il prolasso degli organi
pelvici, che può causare dolore e difficoltà funzionali.

L’IMPORTANZA DI UN INTERVENTO PRECOCE

Ignorare la connessione tra dolore lombare e disfunzione del pavimento pelvico significa affrontare
solo una parte del problema. Un trattamento precoce e integrato è essenziale per ottenere risultati
efficaci e duraturi, riducendo il dolore in modo significativo.

COME AFFRONTARE IL DOLORE LOMBO-PELVICO?

Se soffri di mal di schiena o dolore pelvico, accompagnato da sintomi come incontinenza o una
sensazione di pesantezza pelvica, è importante consultare un fisioterapista specializzato. Un
trattamento mirato che combini il trattamento del dolore lombare con la riabilitazione del pavimento
pelvico può portare a miglioramenti significativi.

LA CHIAVE: UN TRATTAMENTO INTEGRATO

Trattare insieme il dolore lombo-pelvico e la disfunzione del pavimento pelvico è cruciale per
ridurre la disabilità e migliorare il benessere complessivo. Un approccio completo e integrato può
fare una grande differenza nella qualità della vita.


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In gravidanza non solo si può fare attività fisica, ma fa bene ed è molto consigliata. Il movimento aiuta anche lo sviluppo del bambino, ma occorre cambiare le modalità seguendo le indicazioni dei professionisti: mai il fai da te.

Cosa fare per allenarsi in modo efficace

  • Alla donna in gravidanza è consigliato fin dal primo trimestre attività fisica da moderata ad intensa (in base al
    proprio grado di preparazione fisica) di 150 minuti a settimana per minimo 3 sessioni settimanali.
  • I punti cardine per un buon allenamento sono tre:
  • La parte aerobica può prevedere 20-40 minuti di un’attività a basso impatto come ad esempio la camminata,
    la corsa leggera e il nuoto.
  • Le raccomandazioni suggeriscono inoltre gli esercizi per il pavimento pelvico PMFT associati a quelli di
    resistance training. Meglio se fatti in presenza, a piccoli gruppi e supervisionati da professionisti.

I benefici dell’attività fisica

  • Ridurre le problematiche in gravidanza come diabete gestazionale, aumento del pesoPrevenire dolori articolari
  • Migliorare la circolazione prevenendo gonfiore alle gambe e l’ipertensione arteriosa
  • Miglior tono muscolare delle gambe e delle braccia
  • Mantenere la normale mobilità del rachide, bacino ed anche
  • Riduzione di ansia e timori

Gli obiettivi del PMFT in gravidanza:

  • Conoscere e percepire correttamente il proprio pavimento pelvico
  • Rendere la contrazione efficiente e migliorare l’elasticità dei muscoli del pavimento pelvico
  • Imparare a coordinare correttamente la respirazione con le contrazioni del pavimento pelvico
  • Apprendimento e mantenimento della corretta competenza addominale e della sinergia addomino-
    perineale.
  • Riduzione delle complicanze post-parto: incontinenza urinaria e fecale, episiotomia e lacerazioni
    importanti durante il parto
  • Facilitare il parto stesso

Perché occorre fare una valutazione prima di fare i corsi di resistance training e PMFT

Prima di accedere al corso di ginnastica in gravidanza, è consigliata una valutazione della funzionalità del
pavimento pelvico, per correggere eventuali disfunzioni già presenti
Infatti è stato riscontrato che circa il 30% delle donne è incapace di attivare volontariamente il pavimento
pelvico al solo comando verbale e il 49% di quelle che riesce a contrarre questi muscoli non lo fa nel modo
corretto.
Può risultare complicato controllare volontariamente il pavimento pelvico per il fatto che la contrazione
muscolare è difficilmente osservabile dall’esterno e spesso non se ne ha conoscenza o consapevolezza.

Perché è importante in gravidanza imparare a controllare il pavimento pelvico

A partire da circa il 4°mese di gestazione si tende a perdere fisiologicamente il Guarding Reflex; perciò, quando avviene un aumento improvviso di pressione addominale (starnuto, colpo di tosse) non si contrae più di riflesso il pavimento pelvico.
Diventa importante, in tali circostanze, educare la donna a fare una contrazione anticipatoria per evitare che ripetuti stress indeboliscano e predispongano il pavimento pelvico a disfunzioni.

 

Conclusioni

L’aspetto più importante resta comunque quello che l’allenamento in gravidanza tiene impegnata la futura mamma facendola sentire attiva e vitale, migliorando il suo benessere sia mentale che fisico alzando la soglia del dolore e preparando tutti i tessuti al parto

 

scritto da Sabrina Fanfoni


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Il benessere sessuale nella donna è fondamentale e la fisioterapia è una valida risorsa all’interno dell’approccio multidisciplinare della dispareunia.

Effetti del dolore sulla donna

Il benessere sessuale è una componente fondamentale per la salute generale di una donna poiché va ad influire a tanti livelli da quello fisico ed emotivo a quelle psicologico e sociale, aumentandone l’autostima.

Recentemente è stato rilevato che il dolore durante o dopo il rapporto sessuale affligge molte donne sia in età fertile (15%) che in menopausa 40%.

Cause del dolore

Le cause del dolore sono numerose e tra le principiali troviamo:

  • Cause biologiche: infezioni, infiammazioni e alterazioni neurologiche
  • Traumi da chirurgia e da parto
  • Anomalie della forma e della consistenza dell’imene
  • Vulvodinia (età fertile)
  • Reazione vaginismica
  • Alterazioni trofiche da deficit ormonale (menopausa, anoressia)
  • Posizione dell’utero (retroverso)
  • Endometriosi
  • Problemi Psicologici e di coppia

Relazione tra dolore e trigger points

A prescindere dall’origine del disturbo i muscoli del pavimento pelvico diventano l’organo bersaglio del dolore. Alla valutazione si presentano iperattivi (incapaci di rilassarsi) e con numerosi trigger points. Questi sono punti sensibili alla palpazione che evocano facilmente il dolore localmente e a volte irradiato nelle zone limitrofe.
Questa condizione predispone al Dolore Persistente ovvero un dolore regionale diffuso non più riconducibile ad una causa tessutale specifica.

Trattamento del pavimento pelvico doloroso

La cura della disfunzione del pavimento pelvico, spesso poco considerato e valutato, ricopre un ruolo chiave nella risoluzione o miglioramento del disturbo

Obiettivi del trattamento:
1. Rilassamento muscolare con massaggi allungamenti e digitopressioni per desensibilizzare i trigger points.
2. Presa di coscienza della funzione del muscolo. Recuperare una buona coordinazione della contrazione-rilassamento, affinché
avvenga correttamente la penetrazione.
3. Ristabilire la forza: l’iperattività dei muscoli pelvici non sono indice di una contrazione muscolare efficiente. La debolezza muscolare pelvica è un importante fattore predittivo per le lombalgie non specifiche, che possono andare a peggiorare il quadro generale del dolore.
4. Educare la donna al problema e insegnarle gli auto-trattamenti.

La fisioterapia è parte essenziale del trattamento del dolore

Il dolore da disfunzione sessuale va valutato nella sua interezza e complessità. In tale scenario la fisioterapia aiuta le donne a riappropriarsi e riscoprire il piacere sessuale, migliorando la propria qualità di vita.

 

scritto da Sabrina Fanfoni


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